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TAVOLA ROTONDA - Il Carnevale dei popoli

pubblicato 23 feb 2011, 15:15 da Utente sconosciuto   [ aggiornato in data 9 mar 2011, 13:18 ]

TAVOLA ROTONDA - Il Carnevale dei popoli
Il ruolo delle comunità nella salvaguardia e nella valorizzazione sostenibile del Carnevale

Promosso da:
Comitato Carnevale di Montemarano
Comitato nazionale per la promozione del patrimonio immateriale



Con il patrocinio
Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
Ministero per i beni e le attività culturali

Montemarano, sabato 12 Marzo 2011

PROGRAMMA 

Dalle Ore 15.00 Il Carnevale dei popoli 

Modera: Roberto D’agnese, Proloco di Montemarano 

Carnevale si chiama Vincenzo
Emilia De Simoni, Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia

La salvaguardia e il tempo: il Carnevale non è più quello di una volta
Valeria Noli, Consulente UNESCO

Feste e riti d’Italia: uno studio “community based”
Barbara Terenzi, Comitato per la promozione del patrimonio immateriale

Il Carnevale oggi, tra valorizzazione turistica e salvaguardia sostenibile

Macerata Campania: Vincenzo Capuano, Ass. Sant’Antuono – Macerata Campania (Ce)
Santo Stefano del Sole: Sabatino Di Cicco
Montemarano: Luigi D’Agnese, Direttore del Museo Etnomusicale di Montemarano
Terra di Lavoro: Luca De Simone, Ass. Radici Marcianise - San Nicola la Strada (Ce)
San Michele al Serino : Donato Gallifoco, San Michele al Serino (Av)
Caselle di Pittari: Antonio Pellegrino, Caselle in Pittari (Sa)
Tricarico: Pancrazio Toscano, Tricarico (MT)
Lucania: Giuseppe Torre – Potenza
Valle del Diano: Antonio Tortorella – Sala Consilina (Sa)
Mercogliano: La Zeza
Piazza di Pandula: A’ Mascarata
Teora: Squacqualacchiun’

Il Carnevale dei popoli

Nel 1973 il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari - oggi Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia - promosse in Campania una ricerca su uno dei fenomeni culturali tra i più complessi e diffusi d’Europa: il Carnevale. Dopo quattro anni di ricerca sul campo i risultati di tale studio furono pubblicati in uno dei volumi che ancora oggi rappresenta un punto di riferimento fondamentale per comprendere questo fenomeno: Carnevale si chiama Vincenzo. Un nutrito gruppo di ricercatori, guidati da Annabella Rossi e Roberto De Simone, documentarono un numero impressionante di cerimoniali drammatici e le loro varianti locali, come le Rappresentazioni dei Mesi, la Canzone di Zeza, la Morte di Carnevale, i balli processionali, i rituali di Sant'Antonio Abate, ecc.

Grazie a questo gruppo di ricercatori, il Carnevale in Campania si rivelò come una delle più ricche espressioni della cultura popolare, in cui il collettivo e l'individuale, il mitico e il quotidiano, l'economico e lo psicologico si fondono in un vero e proprio linguaggio, in una serie di segni e di simboli dotati di un'eccezionale densità semantica e di una forza d'urto destinata a provocare un « cambiamento provvisorio » di condizione sociale, esistenziale e addirittura sessuale. Ma il risultato forse più rilevante di questa ricerca consiste nell'aver individuato nel mondo popolare meridionale la presenza ancora attiva di una cultura non dissociata; nei rituali e nei cerimoniali del carnevale campano il conscio e l'inconscio, il lecito e l'illecito rompono infatti le barriere istituzionali, religiose o ideologiche, per affermare, anche se in modo provvisorio, l'esigenza di un linguaggio unitario, eversivo e liberatorio.

A 33 anni di distanza da quella ricerca, il Comitato Carnevale di Montemarano intende promuovere una riflessione su questo fenomeno culturale: il Carnevale dei popoli. Un progetto che intende individuare, in modo condiviso con le comunità che detengono il patrimonio culturale immateriale, nuovi percorsi di salvaguardia che sappiano conciliare esigenze di valorizzazione turistica ed economica e salvaguardia, per le future generazioni, di saperi e valori elaborati per rispondere ad esigenze più profonde e complesse di quelle dettate dal semplice calcolo economico.
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